Articolo scritto da Tiziana Mancini
Dico la verità, quando mi hanno invitato al blogtour in FranciaCorta: #discoverfranciacorta, il pensiero della scoperta è andato immediatamente ai vini e alle ottime degustazioni.
Non avrei mai immaginato di trovarmi catapultata in una regione tanto piena di attrattive naturalistiche e storiche, oltre ai meravigliosi vigneti e cantine che fanno della Franciacorta un luogo e un marchio riconosciuto anche all’estero.
A solo un’ora di treno da Milano, io e le mie compagne di avventura già ci troviamo immerse nel verde di campi e vigneti a perdita d’occhio.
La Franciacorta prende il nome da “francae curtes”, cioè zone franche
Intorno al Mille, con l’insediamento dei Monaci Cluniacensi , che facevano capo direttamente al papa, tutta l’area fino al confine con le Alpi e il lago d’ Iseo, fu affrancata dai dazi. I monaci si stanziarono in queste zone in modo massiccio e con la loro sapienza iniziarono le coltivazioni di frumento e di uve da vino, introducendo il metodo del filare e soprattutto insegnando alla popolazione la loro conoscenza nelle tecniche di vinificazione. Già nel 1500 la Franciacorta “esportava” il suo vino di qualità superiore.
Ma un prodotto è proprio frutto del suo territorio, a ben pensarci: per creare una eccellenza simile, anche il luogo da cui proviene non può essere da meno.
Eccoci quindi tornare alle radici di questo successo.
La Riserva delle Torbiere
Nella Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, a Provaglio d’Iseo , scopriamo un parco meraviglioso, nato, stranamente, da uno sfruttamento tutto umano.
Il terreno paludoso era fino all’800 ricco di depositi torbieri. Quando le estrazioni del combustibile terminarono, l’acqua riaffiorò completamente, ricreando il lago originario. Ora, con tutte le specie esistenti, la Riserva, o come la chiama la nostra guida, l”autogrill degli uccelli” (per il continuo via vai di stormi), è un esempio di biodiversità, frequentata da aironi rossi e cinerini, cormorani, gallinelle d’acqua e anche da qualche leprotto in miniatura.
Tra sentieri e scalette in legno siamo arrivati, tramite un pontile , proprio in mezzo al lago della torbiera. Con le montagne sullo sfondo e le ninfee che galleggiano placide, lo spettacolo toglie letteralmente il fiato. Perdiamo il senso del tempo. Ma un usignolo d’acqua provvede, gorgheggiando in tono deciso, ad avvisarci che “è decisamente ora di togliere il disturbo”… o così almeno ci traduce Livio, la guida.
Il Monastero di San Pietro in Lamosa
A piedi, quindi , prendiamo la via del Monastero di San Pietro in Lamosa (cioè “sull’acqua”) una Chiesa unica in Italia nel suo genere. Il monastero infatti, risale al XII secolo ed è costruito sull’impianto di un tempio pagano del 200 d.C.
Inoltre, contiene in sè elementi architettonici e pittorici oltre a reperti che racchiudono un intero millennio di storia. Gli affreschi più antichi sono naturalmente parecchio sbiaditi, ma devo dire che fa un certo effetto ammirare da vicino un leone che spalanca le sue fauci, da almeno 10 secoli!
Usciamo a goderci il panorama. Aspettiamo che Davide, il nostro autista di Percorsi Rent & Motions , ci venga a prendere con un simpaticissimo pulmino Vintage Fiat 900, per portarci alla prossima tappa. Io intanto approfitto per fare una piccola ricerca, su indicazione di Livio: guardo sulla parete esterna dell’edificio e sorpresa! Trovo un minuscolo fossile!
Sì, perchè il terreno intorno, con le cui pietre è stata costruita la chiesa, deriva da formazioni calcaree del giurassico che, sedimentandosi, hanno “catturato gli abitanti” degli antichi fondali marini…
Ma ecco che torna Davide, in compagnia di Viola. Una volta sistemateci sul pulmino, “l’intimità” ci rende tutte più allegre. E’ davvero divertente sentirsi come dentro al film d’animazione Cars, con questo motore “ruggente” d’altri tempi!
La Cantina Berli Serlini
Pochi minuti d’auto e ci appare la Cantina della famiglia BERSI SERLINI. E’ una delle più antiche della Franciacorta e contemporaneamente una delle più avanzate tecnologicamente.
La famiglia vinifica dal 1889 ma il primo impianto della costruzione è del 1087 d.C., ad opera dei monaci benedettini. Nella stanza degli ospiti, subito ci accoglie l’erede di casa Bersi Serlini, Chiara. Tra racconti di profumi, colori, territorio e storie di famiglia, ci invita nel mondo sotterraneo delle cantine. L’ambiente ovattato e umido in terra e pietra, è la madre di questi vitigni. Ed è il luogo migliore per mantenere il contatto (quasi fisico) con le uve e per accompagnarle nei delicati processi di vinificazione. Ci guida attraverso questa sorta di tempio immerso nel cuore della terra, con passione e amore. Ci spiega di vitigni e di lieviti e della cura e dell’attenzione per ogni passaggio dal frutto ad ogni singola bottiglia. Quando “riemergiamo” all’esterno, all’ingresso posteriore, la vista che si apre davanti a noi ha del fiabesco. Filari a perdita d’occhio si fondono con il lago della riserva e più oltre si scorgono le montagne avvolte da una nebbiolina leggera.
Il pranzo e i vini
Il pranzo non è certo da meno: piatti gourmet dall’antipasto al dolce e naturalmente il meglio della produzione “di casa”. Io sono impazzita per Nuvola, un vino speciale dedicato al dolce, ma sono davvero tutti da provare.
Li consiglio in compagnia di molti amici nel lunghissimo tavolo che si snoda tra i filari oppure in un ‘pic nic a due’ in vigna.
L’Abbazia di Rodengo
Il nostro tour continua e ci spostiamo a Rodengo Saiano, nell’Abbazia Olivetana dedicata a San Nicolò di Bari.
Il primo insediamento è anche qui del XII secolo. La chiesa, conservata e tenuta in perfetto ordine dagli ormai pochissimi monaci rimasti, è ricchissima di opere del 500-600. Passeggiando tra i due chiostri e la chiesa, ma persino nella sagrestia e nel refettorio, non so più dove posare lo sguardo. Affreschi, capitelli, stucchi , puttini, archi, intarsi e decori si intrecciano e si susseguono per tutto il percorso. Per fortuna adesso ci sono i cellulari e le macchine fotografiche digitali. Anni fa ci sarebbero volute tonnellate di rullini per immortalarne anche solo una minima parte!
Davide e Viola hanno un’altra sorpresa per noi: una passeggiata tra i castelli e le fortezze medievali di Passirano e Bornato (quest’ultimo al suo interno nasconde una villa rinascimentale).
Attraverso strade e campagne, a ridosso dei lunghi filari i cui frutti sono già da agosto nelle cantine, in attesa di diventare i futuri Pinot (bianco e nero) e Chardonnay.
La Norcineria Polastri
Prima di riprendere il treno per Milano, abbiamo giusto il tempo per un’ultima scoperta: la Norcineria artigianale della famiglia Polastri. In Franciacorta la cultura del vino e il vino stesso sono presenti ovunque, in tutte le sue declinazioni.
Dunque perché mi meraviglio di assaggiare un salame: il Ret, che ha nel suo impasto anche spezie e vino Franciacorta? Mi stupisce meno il risultato: come immaginavo, è davvero ottimo! E lo stesso vale per il lardo, annaffiato di Franciacorta e stagionato anche un anno. Ci sarebbero da provare anche i salumi creativi, quelli aromatizzati alla liquirizia o al caffè per esempio.
E poi i formaggi… ma il tempo è tiranno e dobbiamo correre in stazione: treno in partenza!
Che giornata incredibile! Ogni angolo di questi luoghi è un universo di profumi, colori e suoni che si mescolano. Si creano così, con il clima e il territorio, un’infinità di altri mondi da scoprire…
Franciacorta, a presto!
Qualche informazione utile:
Riserva naturale Torbiere del Sebino
Monastero di S.Pietro in Lamosa
Abbazia Olivetana S.Nicola- Rodengo Saiano
*Si ringraziano le Strutture Ricettive per l’invito e l’ospitalità*
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Tiziana Mancini
Giornalista freelance, mi piace viaggiare, adoro le gite fuori porta alla scoperta della natura, storia e curiosità del mondo. Organizzo eventi e laboratori creativi e di crescita personale.
Il mio blog è: aiutobenessere.wordpress.com
La mia mail è: mancini.tm@gmail.com
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