‘Big Magic’, libro di Elizabeth Gilbert, che ho letto a settembre, mi ha ‘stregato’.
E’ un libro bellissimo e ammetto di averlo letto tardi (è uscito nel 2015) e in molti lo hanno consigliato.
Come sempre faccio, prima di scrivere post sul libro del mese, non ho letto nessun’altra recensione. So che ce ne saranno moltissime, vista la fama dell’autrice (che ha scritto, tra l’altro, ‘Mangia, Prega, Ama’), ma preferisco non farmi influenzare. Big Magic è un libro così bello che ha davvero tanto da comunicare ed è stupendo che ognuno di noi ne veda aspetti diversi e colga quello che ritiene più interessante o utile.
Il mio primo consiglio è: leggilo.
Se sei un’artista, una scrittrice o, in ogni caso, una persona creativa (e tutti noi siamo persone creative* – più in basso, in un aggiornamento del 2020 a questo articolo, ti racconto un po’ meglio cosa penso a riguardo) ‘ti parlerà’ come ha fatto con me dicendoti tante cose e sicuramente più adatte a te di quelle che io ho ‘colto’ per me stessa.
E’ stato molto difficile scegliere le 5 idee principali di Big Magic perché, ad ogni nuovo capitolo, durante la lettura, venivo colpita da qualcosa di diverso e più interessante del precedente.
La mia è, quindi, una lettura parziale ma spero che possa piacerti. Fammi sapere se ti ho incuriosita.
BIG MAGIC IN 5 IDEE
1. Creatività e paura
Ecco una frase di Big Magic che mi ha particolarmente colpito:
Ecco una delle idee interessanti dell’autrice (anche se non la più originale secondo me – aspetta, c’è di meglio): quella secondo cui, la nostra ‘amica’ PAURA (chi non ce l’ha?) accompagna sempre ed inevitabilmente il processo creativo.
Creare qualcosa di nuovo, che sia un libro, un componimento musicale o una torta, prevede sempre che si entri in un terreno non conosciuto. L’idea stessa di ‘nuovo’ lo prevede. La paura accompagna, per forza di cose, l’incertezza. Ciò che è interessante, però, (e la Gilbert lo descrive bene nel libro) è il fatto di prendere ‘per mano’ questa paura e di portarla con sè nel proprio viaggio creativo, non permettendole di paralizzarci ma parlandole come si farebbe con un’amica, tranquillizzandola e, soprattutto, non permettendole mai di prendere il controllo.
2. Le ‘idee’ secondo la Gilbert
L’autrice fa riferimento al ‘peso’ che certi artisti possono sentire nell’essere definiti ‘geni’. Nel libro, sono riportati esempi concreti di come alcuni grandi scrittori, in seguito ad una definizione del genere, si siano sentiti intrappolati e non più in grado di realizzare un capolavoro come quello che erano riusciti a creare in precedenza.
La Gilbert stessa si è sentita dire più volte che non avrebbe mai eguagliato il successo di ‘Mangia, Prega, Ama’. Ma, come dice l’autrice, la risposta migliore da dare in questi casi è: … ‘e se anche fosse?’
Il concetto che un ‘genio, un’idea, un’ispirazione’ esterna faccia visita all’artista e gli permetta di creare, ricorda quella degli antichi greci e romani. Quest’idea salvaguarda qualsiasi ‘persona creativa’ dal prendersi troppi meriti (o demeriti) relativamente ad una qualsiasi opera.
E’ una forma di ‘protezione’ dell’essere umano dal narcisismo ma anche dalla vergogna e mi sembra molto bella ed utile per chiunque si appresti ad essere ‘creativo’.
3. Il diritto di avere una visione tutta ‘nostra’
Il concetto di ‘diritto’ e ‘autorizzazione’ ad avere una vita creativa va di pari passo con quello di ‘paura’.
L’autrice sottolinea il fatto che se siamo al mondo abbiamo il diritto di esprimerci. Sia che proveniamo da una famiglia costituita da genitori ‘un po’ ribelli’ come quella della Gilbert, sia che veniamo da famiglie molto più tradizionaliste, dobbiamo darci il ‘permesso’ di ‘creare’, per il semplice piacere di farlo.
D’altronde, e in Big Magic viene ripetuto più volte, una vita creativa è la più bella che si possa vivere.
4. Scrivi per te stessa e non per gli altri
Questo è, in assoluto, uno dei miei concetti preferiti contenuti nel libro.
Non me ne volere.
L’autrice ci dice più volte che, se la motivazione principale dello scrivere un libro (o anche di qualsiasi altro atto voi facciate) è quella di aiutare gli altri, questa ‘graverebbe’ sulle stesse persone che volete aiutare. E questo non è né bello né utile per nessuno.
La Gilbert afferma, riguardo a tutti i libri che ha scritto: ‘Non l’ho scritto per voi, l’ho scritto per me.’
Se un libro, poi, sarà utile anche ad altri, sarà un bellissimo risultato. Ma non può essere la motivazione principale. Una persona creativa fa quello che fa perché è un’esigenza interiore, perché le piace, la diverte, la appaga, ne ha bisogno. Gli altri, in tutto questo, non contano.
5. Non è importante il ‘successo’
L’ultimo concetto (ma ripeto, ce ne sono molti altri che ho adorato all’interno del libro) che mi ha colpito è quello che riguarda il successo.
Il ‘destino’ di una qualsiasi opera creativa resa pubblica non riguarda più l’autore che l’ha prodotta.
Nessuno può sapere se quello che ha creato avrà davvero successo. La reazione di chi legge, ascolta o guarda non è prevedibile e chi crea non dovrebbe darsene pena.
Mettere in pratica questo distacco non è facile ma è necessario.
Risulta naturale applicarlo se si è ben consapevoli di creare per se stessi.
A tutti piacciono i complimenti e, se arrivano, tutti ne siamo felici. Ma, il bello della creatività è il processo, il viaggio. Quello che succede dopo, non ha importanza, anche perché, la persona creativa si sarà già indirizzata verso un’altra idea.
IN CONCLUSIONE
Questo è il primo ed unico libro che ho letto di Elizabeth Gilbert. Ma, vi assicuro, che da adesso in poi recupererò quello che mi sono persa finora.
Non so se sono riuscita a rendere quello che il libro mi ha trasmesso. La voglia di essere ‘il più creativa possibile’ (fosse anche solo in cucina!), l’idea che la creatività intesa anche come ‘ciò che ci dà piacere, che ci fa sentire vivi’ è un dono (ed è in tutti noi) ma anche un gioco. E questo è fondamentale per viverla al meglio. Non c’è niente di vitale nell’arte. Nessuno morirà se scriviamo o non scriviamo il nostro libro, dipingiamo il nostro quadro o altro.
Ma il bello è che piacerà a noi. E vale la pena di essere creativi solo per questo.
Cosa ne pensi? Hai letto anche tu Big Magic? Se vuoi dirmi il tuo parere, ne sarò felice!
Al prossimo libro.
La video recensione di BIG MAGIC per te:
Ed ecco la versione VIDEO della mia recensione di Big Magic e delle frasi e idee che mi hanno colpita di più. Buona visione!
AGGIORNAMENTO – luglio 2020
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La rilettura di Big Magic
Questo libro mi è piaciuto sia la prima volta che l’ho letto che la seconda. Adoro l’autrice e amo le opere che parlano di creatività. Mi sembra, però, giusto, sottolineare un aspetto su cui alcune persone che stimo molto, tra cui Claudia e Francesca, mi hanno spinto a riflettere.
È proprio vero che siamo tutti creativi allo stesso modo? È proprio vero che tutti vogliamo vivere una vita avventurosa?
Probabilmente no. A volte capita che alcuni scrittori (quindi persone immensamente creative) dicano che sì, tutti siamo creativi e tutti possiamo/vogliamo/dobbiamo realizzare opere grandiose. Lo stesse Stephen King, nel suo libro ‘On writing’, afferma di non avere un particolare talento, ma di essere semplicemente una persona che si è dedicata molto alla scrittura.
Andrò contro corrente. Ma, grazie anche alle discussioni che ho fatto con diverse persone, penso che non siamo tutti uguali. E che, persone come la Gilbert o Stephen King abbiano un talento fuori dal comune (anche se preferiscono dire che il loro successo è solo dovuto al grande lavoro).
Attenzione perché con questo non voglio sminuire il fatto che ci sia tanto sudore e fatica dietro alle loro pagine. Perché, indubbiamente, è così. Ma c’è anche un talento e una creatività che non sono da tutti.
Gilbert e King non vogliatemene.
La mia opinione e la mia esperienza
Quando ho letto questo libro, non avevo ancora fatto il cambiamento più grande della mia vita: cioè quello lavorativo. Sentivo che la mia creatività (che non è certo ai livelli di Stephen King o di Elizabeth Gilbert, ma comunque c’è) non poteva esprimersi liberamente nell’attività che svolgevo tutti i giorni.
L’insegnamento è un’attività che può essere molto creativa (anzi, dovrebbe esserlo) ma non nella scuola italiana così come è strutturata. Questo è il mio modesto parere elaborato in 14 anni di esperienza nella scuola pubblica ma non è una verità assoluta, ovviamente.
Credo che mi abbia colpito così tanto il libro Big Magic, soprattutto la prima volta che l’ho letto, proprio perché ha toccato delle corde nel profondo di me stessa che erano molto sensibili.
E, alle parole ‘Tutti abbiamo il diritto di vivere una vita creativa ed esprimerci per quello che siamo‘, non potevo non sentirmi chiamata in causa.
La pratica che mi ha permesso di conoscermi meglio e di darmi lo stimolo e il coraggio di cambiare davvero è stata la libro di Elizabeth Gilbert, secondo me.
Ma, come sempre succede quando inizi ad andare in una determinata direzione, tutto l’universo (o chiamalo come vuoi) ‘cospira’ da quella parte. E se anche questo libro fosse arrivato al momento giusto e mi avesse aiutata a fare la scelta di vita che poi ho fatto? E se anche questo libro avesse contribuito a portarmi dove sono ora, in una situazione lavorativa per me molto più appagante di quella di qualche anno fa?
Voglio pensarla così. E annoverare Elizabeth Gilbert tra le mie ‘mentori’ e guide del cuore.
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