Nel mese di giugno, per la prima volta nella vita, ho partecipato ad un ritiro di meditazione.
Prima di allora, l’unico ritiro a cui avevo partecipato era stato di 2 giorni (una notte) organizzato da un centro di Mindfulness di Milano che frequento.
Ma quest’estate mi sono decisa ad affrontare un ritiro più lungo, per un periodo di una settimana.
Da domenica a domenica sono stata a Pian dei Ciliegi un’oasi di pace in Emilia Romagna, in provincia di Piacenza.

La meditazione che si pratica in questo centro è quella ‘Vipassana’, che deriva direttamente dall’insegnamento del Buddha e che ha dato origine alla ‘Mindfulness’ di stampo più occidentale.
La durata totale del ritiro a cui ho partecipato era di 10 giorni. I primi 3 giorni erano dedicati alla meditazione di Metta (Gentilezza Amorevole) e gli altri 7 alla meditazione di Insight (Vipassana).
Mi è dispiaciuto molto non poter partecipare ai primi 3 giorni perché sono certa che siano stati molto belli. Magari ne riavrò l’occasione l’anno prossimo.
Ma perché mi sono così appassionata alla meditazione?
Molte persone (e anch’io prima di iniziare a praticare) ritengono che chi medita sia un individuo molto ‘zen’, in pace con se stesso e con gli altri, senza mai emozioni eccessive e sempre sereno.
Vorrei sfatare questo mito. Ormai conosco diverse persone che praticano anche da molto più tempo di me (io pratico da 2 anni circa) e non sono sempre zen, pacifiche e felici.
Si dice che persino il Dalai Lama, in un’occasione particolare, abbia dato un pugno al tavolo per sfogare la sua collera. Ecco, se l’ha fatto il Dalai Lama, chi siamo noi per non avere emozioni e reazioni anche eccessive?
Per quanto mi riguarda, ad esempio, io mi accorgo di sentire le emozioni (sia belle che brutte) molto più di prima. Ho scoperto la ‘rabbia‘. Fino all’anno scorso, ho sempre pensato di non essere una persona che si arrabbia o irrita facilmente. Pensavo che la rabbia non facesse parte delle mie emozioni consuete. Ebbene, purtroppo o per fortuna, ci sono state diverse occasioni in cui ho provato una rabbia che non avrei mai immaginato.
Allo stesso modo, mi accorgo molto più spesso di quando sono felice, quando sono serena e di quando sono triste. E soprattutto, colgo il ‘movimento’ delle mie emozioni e quanto velocemente si spostino dentro di me. Mi rendo conto che, in uno stesso giorno, posso provare gioia, rabbia, tristezza, amore e serenità per più volte al giorno.
Ho scoperto di provare davvero tutte le emozioni, nessuna esclusa. Tutto questo mi deriva dalla pratica di meditazione quotidiana. Prima non avevo tutta questa autoconsapevolezza. Ecco perché, secondo me, la meditazione quotidiana serve.
Ma perché andarsene per una settimana o più in ritiro? Io ho trovato
5 motivi validi per fare un ritiro di meditazione

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Stare con se stessi
Una settimana tutta per sè senza doversi preoccupare delle incombenze quotidiane e famigliari è un lusso. Siamo sempre affaccendati in mille attività e ci dimentichiamo spesso e volentieri di come stiamo noi. Certo, per chi ha famiglia, prendere una settimana di stacco non è semplice. Però, come ci ricorda la brava Claudia Porta (che ha 3 figli) in questo post nel suo blog: la mia esperienza, è possibile.
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Silenzio
Siamo circondati dal rumore. I vicini che urlano, il traffico che non smette mai, radio e televisione sempre accesi ci distolgono continuamente da noi stessi. A volte, andiamo così tanto e spesso lontani dalla nostra essenza che finiamo per non riconoscerci più. Durante un ritiro vipassana è obbligatorio rispettare il ‘Sacro Silenzio’. Ci si ritrova nelle stanze di meditazione, in giro per i corridoi e nel giardino a camminare con molte altre persone (20, 30, 50 o anche di più dipende dai ritiri) e non ci si rivolge la parola. Questo può sembrare strano e allo stesso tempo spaventare. Ma i momenti di più grande vicinanza e unione con altri esseri umani sconosciuti io li ho avuti proprio in quelle occasioni. Nel silenzio totale.
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Disciplina
Durante un ritiro il tempo è scandito da attività di meditazione ‘formale’ seduta, da meditazione camminata, da orari per il pranzo precisi e piccoli lavori. Una campana, suonata dai partecipanti, scandisce il tempo per passare da un’attività all’altra. Quest’organizzazione, con il suo rigore, permette di ritrovarsi a sera ad aver svolto tutte le attività importanti della giornata. Nel caso di un ritiro, una parola sola le racchiude tutte ed è: meditazione. Ma, una disciplina di questo tipo può essere appresa durante un ritiro e applicata anche alle nostre giornate al di fuori di lì. Con questo, io non voglio suggerire di diventare ‘rigidi’ nella scansione del tempo. Pur mantenendo una certa flessibilità, è possibile stabilire dei tempi per svolgere diverse mansioni, essere più efficienti ed arrivare a sera avendo portato a termine più cose del solito.
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Alimentazione consapevole
Durante un ritiro di meditazione si mangia al tavolo con altre persone ma non ci si rivolge la parola. Ognuno cerca di assaporare con calma il cibo, di portarlo alla bocca lentamente e di rendersi davvero conto di quello che sta mangiando. Quante volte a casa ci capita di ‘divorare’ letteralmente quello che abbiamo nel piatto senza renderci nemmeno conto di cosa sia? Dopo un ritiro Vipassana, saremo più consapevoli di quello che mangiamo. Ci accorgeremo del profumo delle pietanze e sceglieremo con più cura accostamenti di colori e sapori.
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Fare le pulizie ‘in meditazione’
All’inizio di un ritiro, vengono assegnati diversi compiti ad ognuno dei presenti. Questi ‘servizi’ da svolgere per la comunità sono: la pulizia di bagni e spazi comuni, la preparazione della tavola, il lavaggio stoviglie ecc. Si tratta di piccoli lavori utili da svolgere in modalità silenziosa e consapevole. Qualsiasi lavoro domestico diventa una specie di rituale a cui portare tutta la nostra attenzione e a cui dedicarci senza distrazioni. Incredibile a dirsi ma, durante questo ritiro, ho scoperto la bellezza di pulire il bagno tutti i giorni alla stessa ora precisa ripetendo gli stessi movimenti.
Le buone abitudini dopo il ritiro
Mi piacerebbe dire che queste abitudini restano anche molto tempo dopo essere tornati da un ritiro di questo tipo. Ma, ahimè, non è così. O, almeno, non lo è stato per me. Ho goduto dei benefici di questo ritiro per un po’ di tempo, anzi, per i primi giorni dal mio rientro ero davvero in un mondo di pace. Poi però la vita quotidiana con le sue incombenze si è riaffacciata prepotentemente e non sono più riuscita a mantenere i ritmi conquistati.
Però, senza ombra di dubbio, un simile periodo di ‘rallentamento’ aiuta ad accorgersi di quanto andiamo troppo in fretta di solito. Ci rendiamo conto di quanto ‘viviamo con il pilota automatico’ e ci riconnettiamo con ciò che davvero conta per noi.
Alcune persone mi hanno contattata al mio ritorno da questo ritiro e mi hanno chiesto se consiglierei un’esperienza del genere anche a loro.
La mia risposta è: sì e no.
No: Se non hai mai praticato meditazione ‘formale’ ti sconsiglio un ritiro del genere. E’ un’esperienza davvero forte da non fare se non sai a cosa andrai incontro.
Sì: Se, invece, mediti già e vuoi approfondire quest’aesperienza, oltre ad imparare la disciplina, goderti il silenzio e apprendere a fare le pulizie come un monaco buddhista, quest’esperienza fa per te.
Vuoi vedere com’è il Centro di Pian dei Ciliegi e sentirmi raccontare la mia esperienza?
Ecco il mio video:
Ho iniziato da circa 2 settimane un percorso di meditazione guidata grazie a degli ottimi video You Tube. È qualcosa che ho fatto sempre sporadicamente, magari associata alla pratica yoga. Ma è da settembre che ho deciso di riprendere sia yoga che meditazione, e devo dire che ne sto piano piano traendo dei benefici. Cercherò di non abbandonare questa pratica, anche durante i periodi di lavoro più stressanti perché credo mi possa aiutare…Grazie per questo bel post!
Grazie a te del tuo commento. Sono felice ti sia piaciuto il post. Meditare quotidianamente fa davvero la differenza. Anch’io a volte, se proprio non ho tempo, lo faccio per pochi minuti, ma in questo modo riesco a mantenere l’abitudine e a trarne beneficio nel tempo. Un abbraccio!
Grazie per questo post interessante e per aver condiviso con noi questa esperienza. Vorrei chiedere a te e anche alla ragazza che ha commentato prima di me dei consigli su dove è possibile trovare guide e spunti pratici per iniziare a meditare. Ho iniziato qualche tempo fa ma mi sono poi persa tra i mille impegni e la stanchezza. Anche un consigli su quando farlo e infilarlo nella routine quotidiana è ampiamente apprezzato 🙂 grazie mille in ogni caso!
Secondo me, l’ideale è farlo al mattino appena svegli. Il cervello è più ricettivo e non siamo ancora in modalità ‘fare, fare, fare’ e possiamo permetterci meglio di ‘essere’. 😉
Un libro che mi è piaciuto molto e che consiglio per iniziare è Mente Calma Cuore Aperto (trovi la mia recensione nella categoria Books) e un’App in cui trovare diverse meditazioni guidate è Insight Timer. Soprattutto all’inizio, le meditazioni guidate ti consentono di ‘non perderti’. Anche quando non hai moltissima voglia, la meditazione guidata ti aiuta e hai meno ‘scuse per non praticare. Su Insight Timer puoi scegliere quelle in italiano, ce ne sono molte di ottimi maestri. Fammi sapere i tuoi progressi!