Nella storia dell’uomo, non c’è mai stato un periodo storico come questo in cui si è perso così tanto il contatto con la natura.
Siamo infatti abituati a lavorare e vivere in ambienti artificiali. Trascorriamo la maggior parte del tempo tra casa e ufficio e, anche quando pratichiamo sport, spesso siamo chiusi in palestra a camminare su un tapis roulant invece di goderci una passeggiata all’aria aperta.
Le vacanze sono spesso uno dei pochi momenti dell’anno in cui davvero facciamo scorta di contatto con la natura e speriamo che quello ci basti per il resto del tempo.
Non so se ti è mai capitato di tornare da un periodo di vacanza in cui sei stata molto a contatto con la natura e non riuscire più a stare tanto tempo chiusa in casa.
A me sì. In particolare, ricordo una vacanza in tenda in campeggio, nella bellissima Capalbio, comune in Toscana ai confini con il Lazio in cui sono stata (ovviamente) moltissimo all’aria aperta.
Ebbene, è stato bellissimo. E, tornata a casa, non riuscivo davvero a capire come potessi trascorrere, in precedenza, la maggior parte della mia giornata chiusa tra quattro mura.
Ma perché abbiamo così bisogno del contatto con la natura?
Spesso ce ne dimentichiamo, ma l’uomo è un ‘animale’ naturalmente predisposto alla biofilia, cioè alla tendenza a concentrare il proprio interesse sui processi vitali, quelli della natura, ad esempio.
La tesi sulla biofilia è stata proposta per la prima volta nel 1984 dallo studioso E. Wilson e trova riscontro in diverse situazioni in cui spesso ci troviamo a vivere.
Hai mai notato, ad esempio, quanto ci si sente meglio in una casa in cui sono presenti piante e fiori? Siamo naturalmente attratti da tutto ciò che prevede un ciclo vitale, proprio come quello di noi esseri umani.
Ma non solo.
Il contatto con la natura fa bene perché il nostro organismo si rigenera quando si trova nel verde di un paesaggio naturale. La vista (spesso orientata sugli schermi di computer e smartphone) si riposa, il corpo si riattiva attraverso il movimento e anche il tono dell’umore pare trovare una maggiore stabilità e serenità.
Tutti questi effetti positivi sono stati studiati. Tanto che, ormai in diverse parti del mondo, sono stati coniati dei termini come Forest Bathing, Shinrin Yoku che indicano quanto le passeggiate nei boschi siano un toccasana nella nostra vita.

Shinrin Yoku: i benefici del ‘bagno nella foresta’ giapponese
La prima volta che ho sentito parlare di Shinrin Yoku mi sono detta: ‘Era ora che scoprissero i benefici di una bella camminata nei boschi che mio papà conosce e pratica da quando era bambino.’ E, in effetti, da alcuni punti di vista, è proprio così. Il fatto che passeggiare all’aria aperta, immersi nella natura faccia bene non dovrebbe essere così strano da capire.
Eppure, spesso, non pratichiamo proprio le attività più semplici, benefiche e a costo zero.
Ma cosa è stato scoperto di così interessante sull’effetto positivo dell’immersione nei boschi sul nostro organismo?
Parliamone insieme.
Gli effetti benefici della Forest Therapy sul nostro corpo
- Grazie ad alcune sostanze rilasciate dagli alberi, la Forest Therapy migliora il nostro sistema immunitario. Quindi, ci ammaliamo di meno.
- L’attività fisica e il rapporto con la natura aumentano i nostri livelli di energia
- Diminuisce l’ansia e la depressione
- Si affronta meglio lo stress
- Si attiva un naturale senso di rilassamento
Come si pratica lo Shinrin Yoku
Lo Shinrin Yoku, però, non è soltanto una semplice passeggiata. Per poter godere davvero degli effetti positivi descritti sopra è fondamentale che la nostra ‘immersione nel bosco’ rispetti alcuni parametri.
- È un’esperienza da vivere con tutti i sensi. Per godere dello Shinrin Yoku in modo completo, è necessario usare vista, olfatto, udito, tatto e anche, possibilmente, gusto. In natura è possibile fare una vera e propria ‘scorpacciata’ di sensazioni bellissime.
- Il ‘bagno nella foresta’ deve durare almeno 2 ore.
- La camminata è molto lenta e svolta in stato di meditazione camminata.
Da dove arriva lo Shinrin Yoku
Come descritto sopra, lo Shinrin Yoku arriva dal Giappone. In particolare, la foresta di Misugi pare sia la ‘culla’ di questa pratica fin dagli anni ’50 del ‘900.
La valle in cui si trova il villaggio di Misugi è ricca di foreste di ‘cedri rossi’ del Giappone. Il termine ‘Shinrin Yoku’ è stato coniato dal Direttore dell’agricoltura e delle foreste negli anni ’80 e, in seguito, questa pratica è entrata di diritto tra quelle consigliate dal Sistema sanitario nazionale giapponese.
L’iniziativa, che da lì in poi si è evoluta, ha il duplice beneficio di incoraggiare le persone a prendersi cura di sé attraverso l’attività sportiva nelle foreste e, allo stesso tempo, di proteggere e mantenere puliti i boschi stessi.
La mia esperienza di Shinrin Yoku
Purtroppo, non posso dire di avere visitato le magnifiche foreste di cedri rossi del Giappone. Posso però affermare che, da quando la passeggiata nell’amato Parco vicino a casa che attraversa zone protette e boschive, è entrata a fare parte della mia routine quasi quotidiana, io mi sento molto meglio.
Ho riscontrato benefici da tutti i punti di vista. A livello fisico, mi sento più in forma. A livello mentale, sperimento la bellissima sensazione di ‘lasciare andare i pensieri negativi’ mentre cammino e, a livello emotivo, il mio umore è più stabile.
Al momento, il mio ‘personale bagno nella foresta’ dura 1 ora circa. So che non è la durata ottimale ma, provare per credere, io sento già enormi benefici.
Per approfondire ti consiglio un libro sullo Shinrin Yoku
Ho trovato molto bello e utile il Piccolo Manuale dello Shinrin Yoku. Si tratta di un libro che propone diversi esercizi pratici, rituali e meditazioni che ci aiutano a connetterci con i boschi intorno a noi mentre stiamo camminando. E favorisce un processo di rigenerazione fisica, mentale ed emotiva.
Ti racconto perché il contatto con la natura fa bene anche in video:
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