La Mindfulness (o consapevolezza) è un’attitudine che consiste nel portare l’attenzione volontariamente al momento presente senza giudizio.
Le pratiche che fanno parte di questo atteggiamento possono essere divise in 2 tipologie:
- Pratiche formali
- Pratiche informali
Pratiche formali
Si definiscono pratiche formali quelle la cui durata è scandita da un inizio e da una fine. In questo tipo di pratica, di solito, ci sono istruzioni chiare da seguire ed è ben definito il suo svolgimento.
Le pratiche formali sono: Body Scan, Meditazione seduta, Meditazione camminata.
Pratiche informali
Le pratiche informali, invece, possono essere considerate tutte le attività quotidiane, di qualsiasi tipo e durata, che noi decidiamo di trasformare in momenti di consapevolezza e a cui ci dedichiamo con la dovuta intenzione.
Le pratiche informali possono quindi essere: bere il caffè al mattino, lavarsi i denti, farsi la doccia, preparare il pasto, nutrirsi...
Grazie alla cura e all’attenzione qualsiasi momento può diventare un’esperienza di mindfulness.
Ogni volta che ci accorgiamo che la nostra mente si è distratta, si è fatta ‘portare via’ dai pensieri, dalle emozioni, dalle sensazioni del corpo e torniamo al momento presente, quello è un prezioso istante di pratica.
La mia esperienza con le pratiche formali e informali
Diversi anni fa, prima di iniziare a praticare seriamente e con costanza, anch’io, come molti, sono ‘caduta’ nella trappola di pensare che le pratiche informali fossero molto più facili di quelle formali.
Ebbene, non è affatto così (almeno per me).
Bere un caffè, mangiare un panino, fare una doccia con consapevolezza dovrebbe essere più semplice che stare seduti su un cuscino da meditazione ad osservare il respiro, no?
Spesso, però, accade che, proprio nelle azioni abituali che compiamo ogni giorno si instauri un ‘pilota automatico’ che ci impedisce di vivere pienamente quel momento. E, anche quando cerchiamo di ‘disinstallarlo’ e di restare nel qui ed ora con tutti i nostri sensi, questo è talmente radicato che essere consapevoli diventa difficile. E, paradossalmente, restare seduti ad osservare il respiro, è una passeggiata al confronto.
Per me è proprio così. La pratica del Mindful Eating, ad esempio, che mi interessa particolarmente, è per me una delle più complesse.
I consigli dei Maestri
Mi è anche capitato, però, al contrario di quanto ho descritto sopra, di confrontarmi con i miei compagni di percorsi come MBSR, ad esempio, che vivevano una situazione completamente diversa dalla mia. Alcuni di loro magari hanno scelto di praticare molto di più in modo informale che formale.
Secondo i Maestri, la cosa migliore resta sempre quella di praticare in entrambi i modi. Le pratiche formali ‘sostengono’ quelle informali e viceversa.
Se, come succede a me, pratichi in modo formale con costanza ma la pratica informale ti risulta particolarmente difficile, ti consiglio di scegliere una sola pratica quotidiana informale per iniziare e di esercitarti solo con quella.
La mia pratica quotidiana informale di questo periodo è una delle più semplici: bere il caffè del mattino in modo consapevole.
Un libro di Mindfulness per te
Se ti interessa questa tematica e vuoi conoscere meglio le pratiche formali e informali di Mindfulness, ti consiglio uno dei capisaldi della letteratura in materia. Si tratta del libro di Jon Kabat-Zinn che racconta il protocollo MBSR. Lo trovi qui.
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