Chi sono gli introversi? Cos’hanno di meglio o peggio rispetto agli altri?
Ce ne parla Susan Cain nel suo libro Best-Seller del 2012 ‘Quiet’.
Un libro che ti arricchisce
Questo libro non è nuovo ma è uno di quelli che, una volta letto, ti resta dentro e ti arricchisce. Parla di introversi, una categoria spesso bistrattata nella nostra società in cui vengono premiate le persone molto socievoli, ‘che tengono banco’ e a volte anche egocentriche.
Intendiamoci. Non c’è nulla di male ad essere in un modo o in un altro. E, spesso, nessuno di noi è ‘totalmente introverso’ o ‘totalmente estroverso’. Siamo sempre in equilibrio tra una tendenza e l’altra, con una propensione per una delle due.
Inoltre, è importante sottolineare, che esiste una differenza tra timido ed introverso. E che si può essere solo timidi o solo introversi, oppure entrambe le cose insieme.
La persona timida, normalmente, ha paura di fare il primo passo, di esporsi, di parlare in gruppi di persone numerose. La persona introversa, invece, può riuscire anche con facilità a compiere le azioni descritte sopra ma queste stesse situazioni lo ‘stancano’ moltissimo. Per ‘ricaricarsi’ l’introverso ha bisogno di stare da solo. Mentre, l’estroverso, al contrario, si ricarica dal contatto con gli altri.
Ma cos’ho amato di più in questo libro?
Quiet, il libro sugli introversi, in 5 idee
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La prossima generazione di introversi può e deve crescere nella consapevolezza della propria forza.
In un mondo fatto ‘su misura’ per gli estroversi, un introverso si trova spesso a chiedersi ‘Cosa c’è di sbagliato in me?’
La verità è che, ‘esaltando’ l’estroversione e denigrando il suo opposto, si perde qualcosa di molto importante. La riservatezza, la calma, la sensibilità, la capacità di riflessione tipiche degli introversi, di solito, racchiudono anche grandi capacità creative.
I grandi libri, le opere d’arte, le invenzioni non sono nate dal lavoro di squadra o in gruppo, bensì, dal lavoro in solitudine. E, proprio gli introversi, sanno lavorare bene e concentrarsi nella solitudine.
2. A volte, fare il finto estroverso può servire. Nel lungo periodo, però, essere onesti con il proprio temperamento è la chiave per trovare il proprio spazio nel mondo, un lavoro da amare e fare la differenza.
Riuscire a fare amicizia con qualcuno e a parlare in situazioni in cui ci siano altre persone è senz’altro utile. Se, però, la tua natura non è quella di essere espansivo ed estroverso, ‘forzarti’ a essere chi non sei, a lungo andare è stancante, deleterio e ti priva di quelle capacità che invece sarebbero molto utili alla società se impiegate in altro modo.
Questo è un concetto molto interessante. Gli introversi, a meno che non lo siano davvero in misura eccessiva, riescono a fare amicizia e a stare in gruppo. Spesso hanno amicizie profonde e durature anche più di chi è sempre pronto a chiacchierare. Però, quest’attività di socializzazione non li ricarica. Al contrario, li ‘stanca’ moltissimo. Una volta capito e accettato questo fatto, sarà più facile, però, trovare un equilibrio. E, ad una serata fuori con una decina di amici, si potrà far seguire, il giorno dopo, un’occasione più tranquilla in cui leggere un buon libro a casa.
3. Gli introversi elaborano i dati ambientali in modo più preciso e sono in grado di fare ragionamenti più complessi rispetto agli estroversi
Susan Cain, all’interno del suo libro, riporta numerosi esempi e studi che dimostrano come gli introversi, prendendosi più tempo per riflettere, notano dettagli che ad altri sfuggono, commettono meno errori e riescono ad essere più profondi nell’analisi dei problemi.
La prossima volta, durante una riunione, invece di approvare immediatamente l’idea di una persona solo perché si è dimostrata più sicura di sé e ha saputo vendersi meglio di altri, potremmo chiedere a chi non si espone mai, di spiegarci la sua. Potrebbe essere migliore di tutte quelle sentite fino a quel momento da chi le ha ‘urlate’ a gran voce.
4. Il mondo ha bisogno di estroversi quanto di introversi. Rispetta i bisogni di chi ti sta intorno e fai rispettare i tuoi
Appurata la bellezza e utilità delle doti che caratterizzano gli estroversi quanto quelle degli introversi, la missione dell’autrice (e anche di chi ha letto il suo libro) è impegnarsi perché il bisogno di socialità delle persone espansive venga rispettato tanto quanto il bisogno di solitudine di chi è introverso.
L’introversione, così come l’estroversione sono due semplici caratteristiche della personalità dell’individuo. Una non è superiore all’altra.
Se hai un marito, dei figli o dei genitori introversi, cerca di metterti nei loro panni e di comprendere il loro bisogno di ‘appartarsi’ ogni tanto per ricaricarsi. Così come, se l’introverso sei tu, concediti di stare da solo tutte le volte che ne hai la necessità.
5. Trova il ‘tuo’ modo di stare al mondo e di portare avanti quello che davvero è importante per te
L’autrice del libro, Susan Cain, era una consulente legale. Ed è sempre stata introversa. Dopo il successo del suo libro, si è trovata sempre più spesso a parlare davanti a platee numerose. Più in basso, puoi vedere il suo TED Talk. Lei stessa dichiara che, ogni volta, in cui si trova a parlare in pubblico, ciò le provoca molta ansia. Però continua a farlo. Uno degli scopi della sua vita è portare avanti la ‘Quiet Revolution’, ossia la rivoluzione degli introversi. Per questo ritiene di doverne parlare il più possibile e ha, quindi, messo in secondo piano il suo timore in vista di qualcosa di più ‘alto’ e importante per lei.
Lei sa che, con l’esercizio, parlare in pubblico può diventare più semplice anche per un introverso e, soprattutto, se hai la tua ‘missione’ da portare avanti, qualsiasi timore, può essere superato.
Ti piace questo libro? Se sì, e se ti interessa questa tematica, ti consiglio vivamente di leggerlo. Se ti piacciono i libri, potrebbe interessarti anche questo articolo in cui parlo di gestione del tempo.
Ti aspetto nei commenti qui e sui Social per parlarne insieme.
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