Questo titolo può lasciare perplessi, me ne rendo conto. Ma io ritengo che il pensiero positivo ‘a tutti i costi’ come ci insegnano alcune discipline di tipo psicologico o altre di tipo New Age non sia una buona idea.
Secondo queste correnti di pensiero positivo, attraverso affermazioni, esercizi e tecniche, è possibile (ed auspicabile) trasformare i nostri pensieri negativi (su noi stessi, sulle circostanze, sugli altri, sulla vita) in positivi.
Il pensiero positivo a tutti i costi, da non confondersi con l’ottimismo (che, in quanto componente caratteriale di base o acquisita nel tempo, aiuta senz’altro ad aspettarsi il meglio dalle circostanze e predispone verso esiti positivi), mi ha affascinato per diverso tempo.
Negli ultimi due anni, però, da quando mi sono avvicinata alla Mindfulness, ho scoperto qualcosa di diverso che mi piace e convince molto di più soprattutto perché (e non è poco) mi sembra più autentico.
La meditazione indirizza i praticanti verso un’accettazione di qualsiasi stato d’animo si presenti alla coscienza sia in fase di pratica che non.
Non solo, aiuta a rendersi conto che qualsiasi emozione (da quelle considerate positive a quelle considerate negative) ha, innanzitutto, pari dignità ed è anche fondamentale per l’essere umano.
L’idea di poter accogliere tutte queste emozioni e non ‘dover essere’ sempre felice, non so voi, ma mi rasserena molto. Puoi stare come stai.
Sei felice? Bene. Sei triste? Bene lo stesso. A disagio? Arrabbiato? Ok. Sono tutte emozioni. Negarle non le fa sparire, è semplicemente una menzogna e non fa di certo bene.
Molto più utile è rendersene conto. Vedere l’emozione, tale quale è. Tenerla in considerazione e lasciarsi attraversare da essa. Perché poi, bella o brutta che sia, comunque se ne andrà.
Non dico che sia facile pensare in questo modo. La mindfulness (consapevolezza e meditazione) è di certo un’alleata, ti aiuta a ‘sentire’ quello che accade nel tuo corpo e nella tua mente e ad osservarlo. A volte, si riescono addirittura a percepire dei meccanismi molto profondi, che si reiterano da anni. E’ una scoperta emozionante, quando capita.
A volte, la mente, presa da un turbinio di pensieri, si àncora da sola al respiro e torna più calma. A volte questo non succede. Ma siamo esseri umani e accorgersi di tutto questo è già tantissimo.
Le mie piccole strategie quotidiane per ‘accettare quello che c’è’ sono molto semplici:
- Fare un po’ di movimento ogni giorno (noi non siamo solo ‘mente’, il corpo è importante e trascurarlo significa non stare bene. ‘Mens sana in corpore sano’ è davvero la base).
- Fare mindfulness ogni giorno (spesso si tratta solo di 10 minuti, ma sono arrivata anche a 30)
- Esercitare la gratitudine. Per un istinto di sopravvivenza atavico, abbiamo la tendenza a percepire e ricordarci maggiormente dei pericoli e delle paure, piuttosto che delle cose belle che ci accadono. Ne ho parlato anche in questo post che si ispira ad un articolo del mensile Flow. Per dare a tutte le emozioni il giusto spazio, vale la pena quindi, oltre che di accettare le cose che non sono andate come vorremmo, anche di concentrarci ogni giorno su qualcosa per cui vale la pena di ringraziare. E ce ne sono sempre. (Ad esempio, da qualche mese faccio un esercizio di gratitudine, come quello che ho descritto nel post: Thanks July!)
Voi cosa pensate del pensiero positivo? Anche voi vi sentite più felici all’idea di poter provare tutte le emozioni senza dover fingere ‘una felicità a tutti i costi’? O preferireste trasformare tutte le vostre emozioni negative in positive?
E’ una tematica complessa, mi interessa molto sapere cosa ne pensate. Grazie!
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