Il magico potere del riordino – i vestiti

21 Marzo 2015

Copertina del libro Il Magico Potere del Riordino di Marie Kondo - edito da VallardiQuesto libro, dopo aver venduto 2 milioni di copie in Giappone, è diventato un caso letterario anche in Italia. Anche i due conduttori di Pinocchio – programma che mi diverte molto – (la Pina e Diego), dopo aver letto (ed amato) il libro ‘Il magico potere del riordino’ di Marie Kondo, hanno creato l’hashtag #konmaritunnel e si sono cimentati nel ‘metodo’.

In breve tempo questo hashtag è rimbalzato sui social media coinvolgendo decine di persone e decretando il successo di questa scrittrice e promotrice del decluttering di professione. Sul blog della Pina tuttasbagliata.com c’è una community di persone nel tunnel del Riordino a cui puoi aggiungerti e raccontare la tua esperienza.

Anch’io ho appena terminato di leggere il libro e, prima di iniziare ad agire, voglio condividere con te i punti principali del lavoro che mi aspetta! Naturalmente, questa sintesi non contiene tutte le spiegazioni e gli esempi del libro, quindi, se dopo aver letto questo post e i successivi, ritieni che l’argomento ti interessi davvero, ti consiglio di procurarti il libro.

L’idea fondamentale alla base del riordino

Si parte da un concetto: siamo sommersi dagli oggetti.

La maggior parte di quello che ci circonda e si trova nelle nostre case è inutile.

Non solo, il fatto di conservare tante cose superflue toglie spazio a ciò che veramente conta per noi. L’eliminazione di ciò che non serve e il successivo riordino produrrà vantaggi fisici e mentali, promette l’autrice. Alcune testimonianze di chi ha provato questa strategia, confermano che aumenta la fiducia in se stessi, fa perdere peso e fa risparmiare tempo.

Una parte del libro Il Magico Potere del Riordino è autobiografica. Marie Kondo spiega che ha iniziato a riordinare all’età di 5 anni. Da quando era piccola fino a quando ha finito l’università ha continuato ed ha studiato il riordino attraverso studi sociali e umanistici.

Ad un certo punto, ha capito che tutti i metodi provati non funzionavano quindi ha inventato un nuovo sistema che prevede tappe precise da seguire.

Secondo la Kondo il riordino è un vero e proprio evento che si verifica una sola volta nella vita. Solo in questo modo si otterrà un vero e radicale cambiamento. Il riordinare quotidiano successivo sarà un’operazione che richiederà davvero poco tempo ed impegno essendo rimaste solo poche cose per noi davvero importanti.

Ecco i concetti fondamentali.

Il metodo del riordino in 8 passi

1. non bisogna riordinare stanza per stanza ma per categoria

2. prima di andare avanti, bisogna aver terminato di buttare tutte le cose di quella categoria, tutte in una volta e più velocemente possibile. L’intero processo di Riordino, anche di case enormi, deve durare al massimo 6 mesi.

3. prima di iniziare a buttare via, pensa al tuo ideale di vita ed al tipo di casa che vi corrisponde, solo in questo modo si potrà aspirare a raggiungerlo.

4. la scelta degli oggetti da conservare deve essere fatta in base alle emozioni positive che questi suscitano

5. gli altri membri della famiglia potrebbero non essere d’accordo. Quindi, non bisogna mostrare mai loro quello che si vuole buttare e non rifilare loro gli oggetti di cui ci si vuole sbarazzare.

6. il Riordino deve essere svolto in un ambiente silenzioso. Deve essere un dialogo ed una scelta tra noi ed i nostri oggetti

7. Bisogna armarsi di sacchi dell’immondizia e seguire il Riordino per categorie: 1.vestiti 2.libri 3.carte 4.oggetti misti 5. ricordi. L’ordine delle categorie deve essere rispettato perché non è casuale, ma posizionato in base alla difficoltà di scelta.

8. VESTITI: si possono ulteriormente suddividere.

a. parti di sopra b. parti di sotto c. cose che vanno appese (tipo cappotti) d.calze e.biancheria intima f.borse g.accessori h.vestiti stagionali (tipo costumi) i.scarpe.

Il procedimento del riordino applicato ai vestiti

Si procede così:

Raduna sul pavimento tutti gli indumenti che si trovano in casa.

Se qualche capo dovesse venir fuori in seguito, buttalo.

Inizia a scegliere i vestiti fuori stagione che vuoi mantenere.

Ricorda che puoi avere un ‘abbigliamento da casa’. Ma deve essere comodo e grazioso, mai sciatto.

Impara a piegare bene i vestiti in modo da guadagnare spazio.

Secondo la Kondo, il metodo migliore è piegarli e posizionarli nei cassetti in verticale. 

I questo modo potrai riconoscerli a colpo d’occhio come si riconoscerebbe un libro dal dorso della copertina.

Per quanto riguarda gli abiti appesi, disponili nell’armadio in questo modo:

Metti a sinistra quelli più pesanti e scuri e poi, procedendo verso destra, metti quelli più leggeri e chiari.

In base a quanto sono ‘pesanti’, puoi procedere in quest’ordine: cappotti, abiti, giacche, pantaloni, gonne e camicette.

L’autrice consiglia anche di non appallottolare calze e collant, ma di piegarle diverse volte fino ad ottenere un rettangolo.

Hai eliminato i vestiti superflui e hai sistemato armadi e cassetti  in questo modo?

Ora il cambio di stagione non sarà più necessario e resterà un ricordo lontano!

Inserisco qui di seguito un tutorial su come piegare biancheria e calze in stile konmari. Sul web ne troverai altri. Buono studio!

Articolo scritto originariamente nel Marzo 2015. Rivisto e aggiornato nel 2018. All’interno dell’articolo sono presenti alcuni Link affiliati con Amazon. Se sei interessata e vuoi acquistare il prodotto di cui ti parlo da questo Link, io avrò una piccolissima percentuale che utilizzerò su Amazon per acquistare e leggere altri libri di cui parlarti. Grazie di cuore per il tuo contributo.

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Tatiana Berlaffa

Tatiana Berlaffa

Aiuto donne e imprenditrici a portare la mindfulness nella vita quotidiana per ritrovare una maggiore centratura e nel business per lavorare e comunicare in modo efficace ma senza essere sempre connesse. Utilizzo un approccio unico e personalizzato che si avvale delle più recenti tecniche di life e business coaching, della pratica della mindfulness e… di altre magie.

4 Commenti

  1. I love shopping - Made in Italy

    Molto affascinante, ma questa drasticità (i vestiti trovati dopo vanno buttati) mi mette ansia…
    e poi in tempi come i nostri, l’idea di buttare o liberarci di cose potenzialmente utili mi sembra uno speco.
    forse è solo un mio pregiudizio, voglio imparare anche io.

    Rispondi
  2. greenteafor

    Si possono regalare ad associazioni che si occupano di chi ha bisogno 😉 l’importante è che non siano un accumulo superfluo nella nostra vita 😉

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  3. unpodimondo

    Questo libro alla fine dovrò comprarlo, per un motivo soltanto: perchè mi perseguita! Come giro fra i blog trovo che tutti l’hanno letto, ne parlano e si dedicano al decluttering. E se mi giro per casa in effetti vedo che anch’io dovrei fare un bel riordino e per esperienza posso dire che quando si libera un spazio c’è una bella sensazione di libertà e leggerezza.

    Quello che mi frena (oltre ai ricordi) è pensare che quello che abbiamo in casa ha un suo costo ambientale e umano e non può essere mandato in discarica, se ancora funzionante. Spesso non ci ricordiamo che per gli oggetti che abbiamo in casa sono state devastate foreste e magari qualche bambino nel sud del mondo ha lavorato in schiavitù per produrlo. Insomma, si al decluttering ma con criterio: come dici tu è meglio regalare ad associazioni di beneficenza oppure scambiare con altre persone. Ecco ci vorrebbe una specie di bookcrossing, non solo di libri ma di tutti gli oggetti (in Austria ce l’hanno si chiama Kostnix).

    Per quanto riguarda la Pina trovo che il suo blog si contraddica leggermente: da una parte promuove il decluttering, dall’altra è un continuo spot per collezioni di abiti ed altri oggetti, magari graziosi ma decisamente inutili. Siamo tutti una contraddizione!

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    • greenteafor

      Caro unpodimondo, sono d’accordo sull’idea di scambiare oggetti come in un a specie di ‘bookcrossing’ è molto carina 🙂 per il resto, al momento il mio focus è quello di essere circondata solo da cose (e di conseguenza persone, situazioni ecc.) che mi corrispondono e, se questo vuol dire ahimè, liberarsi di qualcosa di funzionante ma che preferisco non avere con me, l’ho fatto e lo farò. Successivamente, starò molto attenta ai miei futuri acquisti (che comunque ci saranno senz’altro) e cercherò di acquistare solo ciò che veramente mi serve o mi piace e tenterò di non ricadere in una situazione di accumulo né tantomeno di consumismo. Questo è quello che sto facendo nel mio piccolo. Il bello di questo libro è proprio il fatto che non è moralista, non inneggia a principi, seppur sacrosanti, che vogliono salvare il mondo, semplicemente si rivolge ad un lettore comune e propone un metodo per far star bene innanzitutto lui stesso facendolo assumere sempre di più la propria ‘forma’ in tutti i sensi. Se poi, di conseguenza, staranno bene anche le persone intorno a lui, meglio così. 🙂

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