‘Se dai la caccia a 2 conigli, non ne prenderai nemmeno uno.’ Proverbio russo
Inizia così, il libro ‘Una cosa sola’ di Gary Keller e Jay Papasan, con un bel proverbio russo prima dell’indice ad indicarci chiaramente che, nella vita, bisogna saper fare delle scelte. Anzi, nella vita, possibilmente, di scelta dobbiamo farne una sola se vogliamo ottenere dei risultati straordinari.
Ho riletto questo libro per il Mindful Book Club del mese di Settembre 2020 e mi ha colpita esattamente, se non di più, come la prima volta che mi ero avvicinata a questo volume.
Il libro ‘Una cosa sola’ non ha mezze misure. In perfetto stile americano, ti ripete anche più e più volte quello che, forse hai capito fin dalle prime pagine. Nella vita, chi ha avuto successo non si è dedicato a più cose contemporaneamente ma ne ha scelta una e l’ha portata avanti e bene, molto bene.
Come sempre, ho scelto 5 concetti chiave del libro ‘Una cosa sola’ e ho estrapolato 5 citazioni che ben li rappresentano. Iniziamo.
Una cosa sola: un libro in 5 idee

1. Le nostre energie sono limitate
‘Abbiamo tempo ed energie limitate, così quando ci espandiamo, finiamo per disperderci.’ pag. 14 – Ediz. TEA
Alzi la mano chi, almeno qualche volta, non ha pensato di essere ‘Wonder Woman’ e di poter riuscire a fare tante cose (e bene) contemporaneamente. Chi non ha detto mai: ‘Prendo anche quell’impegno (magari per compiacere un’altra persona) tanto ce la posso fare…’ Salvo poi, però, sentirsi sopraffatta e magari ‘colpevolizzarsi’ per non aver saputo dire di NO? Ecco. Prima o poi questi NO bisogna pure imparare a dirli e, credimi, io non sono una grande maestra (purtroppo) in questo. Ma sto imparando. Soprattutto da quando lavoro in modo autonomo (e il mio lavoro mi piace assai) so che devo dare la priorità a quest’ultimo e molto spesso dire di NO a richieste e proposte che mi vengono rivolte. Il cambiamento c’è stato quando io finalmente NON ho posto l’attenzione sul ‘dire NO’ a quella cosa (che magari mi interessava pure). Ma c’è stato quando finalmente ho detto SI al mio lavoro o all’attività che mi interessava di più in quel momento. Ridurre le attività significa dare più attenzione a quelle (anzi a quella) che davvero lo merita. Ovviamente, il lavoro è solo un esempio e, ti racconterò sotto, che, in realtà, NON può essere la cosa più importante della tua vita. E giuro che, non dirlo a nessuno, ma a volte mi dispiace pure!
2. No multitasking
‘Se fare la cosa più importante è la cosa più importante, perché sforzarsi di fare qualcos’altro allo stesso tempo?’ pag. 47 Ediz. TEA
In un articolo precedente, ho parlato in modo approfondito del Multitasking e di quanto sia un ‘mito’ moderno che però non è realistico e deve quindi essere evitato. In parole semplici, il concetto fondamentale espresso in questo libro e che ho delineato anche nel mio articolo è che l’essere umano può sì fare 2 cose contemporaneamente, ma non può concentrarsi su entrambe. Una delle 2 attività resta sullo sfondo. È per questo che io riesco tranquillamente a camminare e ad ascoltare un audiolibro. Camminare è un automatismo così interiorizzato che non mi richiede nessuno sforzo. È al libro che sto ascoltando che va tutta la mia attenzione. Diverso è quando, invece, pretendo di scrivere un articolo e rispondere anche alle mail (NO, è da tempo che non faccio più questa cosa). Però, in passato è capitato anche a me. Ed ecco perché, di 2 cose che si vogliono fare contemporaneamente… indovinate quante se ne fanno bene? Esatto. Nessuna delle 2.
3. Fai per prima la cosa più importante
‘Se volete ottenere il massimo dalla vostra giornata, fate subito il lavoro più importante, la vostra SOLA e UNICA cosa – prima che la forza di volontà si consumi.’ pag. 75 Ediz. TEA
La cosa più importante è… la cosa più importante. Una volta stabilita quella (e solo noi possiamo stabilire qual è questa cosa, in tutti gli ambiti), è da lì che dobbiamo partire per provare un senso di compiutezza che ci farà dire che la nostra giornata è stata ben spesa. Ho spiegato in un articolo il concetto ‘Eat that frog’ e lo utilizzo quotidianamente quando, tra le 3 attività della mia Focus List, scelgo quella che per me è fondamentale portare a termine durante la giornata. E sai una cosa? Funziona. Quando parto dalla cosa più importante e la concludo mi sento ‘vittoriosa’ e il resto della giornata è in discesa. La vita è una questione di priorità, diceva qualcuno. E aveva ragione.
4. La vita è un gioco di equilibrismo
‘Immaginate che la vita sia un gioco di abilità con cinque palline. Le palline si chiamano lavoro, famiglia, salute, amici e integrità. E dovete tenerle tutte sospese. Un giorno però capite che il lavoro è una pallina di gomma. Se la lasciate cadere, rimbalzerà. Le altre quattro palline – famiglia, salute, amici, integrità – sono di vetro. Se ne fate cadere una, si ammaccherà irrevocabilmente, e potrebbe andare in frantumi.’ pag. 87 Ediz. TEA
Se la vita è una questione di priorità, in realtà, è anche una questione di equilibrismo. Più in alto, dicevo che il lavoro non può essere la cosa più importante della vita… ed è vero. Nonostante io scherzi sul fatto di essere stakanovista (e un po’ lo sono, lo ammetto), sono ben consapevole di non poter lasciare da parte tutto il resto se voglio una vita bella, compiuta e che mi appaghi davvero. La meditazione mi ha insegnato che potrei morire domani (ma anche adesso, tra 1 minuto o 1 secondo). Sì, lo so. Non è un bell’argomento. Ma è la verità, non pare anche a te? Stare nel QUI ed ORA significa anche essere molto consapevoli che siamo esseri umani e non siamo eterni. Se questo fosse l’ultimo giorno della mia vita, quindi… vorrei davvero viverlo solo lavorando per raggiungere progetti anche ambiziosi (sì, li ho) ma a scapito dei miei cari, della cura di me e dei miei valori? NO. Potrei morire domani e non raggiungere mai i miei obiettivi lavorativi. La cosa migliore, quindi, è vivere ogni giornata nel migliore dei modi senza tralasciare nessuna delle cose importanti per me. E il lavoro (faccio fatica ad ammetterlo) è quella meno importante.

5. Pensa in grande
‘Le uniche azioni che diventano trampolini di lancio al successo sono quelle basate sul pensiero in grande.’ pag. 92 Ediz. TEA
A proposito dell’avere progetti ambiziosi, Gary Keller e Jay Papasan ci dicono chiaramente che: chi ha avuto successo, ha puntato in alto. Molto in alto. Al liceo, il mio Professore di filosofia, parlando di voti, diceva che: ‘Se punti a 10, male che vada, prenderai 8. Ma se punti a 8, male che vada, prenderai 6. Tanto vale, quindi, puntare a 10.’ È un concetto banale che però rende l’idea. Se miri in alto, non è detto che tu ci arrivi. È certo però che otterrai di più che se punti direttamente in basso. Perché questo succede? Semplice, perché ti impegni di più. Nessuno di noi conosce davvero i propri limiti. Nessuno sa davvero qual è il massimo a cui può arrivare. Lo confermano storie di campioni che hanno raggiunto risultati eccezionali contro ogni previsione. Tanto vale puntare in alto. Non c’è dubbio.
La mindfulness e i progetti ambiziosi
Ma come si conciliano tutti questi pensieri ambiziosi, di grandezza, di focalizzazione e di successo con un atteggiamento ‘mindful’, più meditativo, di accoglienza e accettazione della vita così com’è?
Secondo me, si conciliano in un solo modo: godendosi il viaggio. È giusto e bello avere progetti ambiziosi (e io stessa li ho). Ma abbiamo altre 4 palline, molto più fragili, oltre al lavoro, da tenere in equilibrio. Non rischiamo di farle cadere.
Cosa pensi del libro ‘Una cosa sola’? E dei concetti che esprime? Hai in mente qual è ‘la cosa sola’ su cui dovresti concentrarti per far funzionare bene l’area lavorativa, ad esempio, della tua vita?
Una cosa sola: il video
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